13 Aprile 2023

Dima Musallam: “Il Terra Sancta Museum, una speranza per chi vuole difendere e diffondere la fede cristiana in Terra Santa”

di HENRI DE MEGILLE

Dima è uno dei volti della gioventù cristiana palestinese che permette al patrimonio della Città Santa di brillare! I visitatori della sezione archeologica del Terra Sancta Museum hanno avuto la fortuna di incontrare Dima, che da sei anni si occupa dell’accoglienza del pubblico, guidando gruppi di pellegrini nella storia e nello spirito di Gerusalemme. Condivide con noi il suo viaggio e i suoi incontri.

 


Consegna del diploma di formazione biblica da parte di padre Eugenio Alliata OFM © TSM

Dima, parlaci del diploma che ti hanno conferito?

È un diploma in “formazione biblica” rilasciato dalla Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologiche di Gerusalemme (lo Studium Biblicum Francescanum), annessa alla Pontificia Università “Antonianum”. All’inizio del mio lavoro al museo, i visitatori mi facevano continuamente domande a cui non sapevo rispondere; ero dunque costretta ad andare dal direttore delle collezioni, Padre Eugenio Alliata OFM, per chiedergli spiegazioni… Un giorno, Padre Eugenio, mi offrì l’opportunità di ampliare le mie conoscenze studiando allo Studium Biblicum Francescanum, in modo da poter accogliere meglio i gruppi. Per me è stato un dono del cielo poter studiare e lavorare nello stesso luogo, dove ho trovato un insegnamento archeologico di alta qualità scientifica. Ho avuto modo di approfondire la mia conoscenza della Terra Santa e conoscere meglio il mio Paese. Questo ha contribuito anche a rafforzare la mia fede.

 

Qual è il tuo background?

Sono nata e cresciuta a Betlemme, in Palestina. La mia famiglia è piccola, la maggior parte dei Musallam è emigrata in Cile durante la guerra del 1948. Vengono a Gerusalemme, dicono, solo per venirmi a trovare sia a casa che al museo per vedere il MultiMedia, al quale sono molto interessati! Fin da piccola, la mia famiglia mi ha incoraggiato a viaggiare e studiare all’estero. A 23 anni ho avuto l’opportunità di viaggiare in diversi paesi europei, dell’America Latina e della Corea, dove ho imparato molte lingue. In questo periodo studiavo “scienze linguistiche” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ho imparato quattro lingue latine: italiano, spagnolo, francese e portoghese, e sto anche studiando l’ebraico.

 

Qual era il tuo lavoro prima dell’apertura del museo nel 2019?

Nel giugno 2017 sono arrivata al convento della Flagellazione come guida per gruppi di pellegrini e scuole. A quel tempo c’era solo la sala multimediale, dove lavoravano i volontari italiani. Il museo archeologico, istituito nel 1902 ha riaperto solo nel giugno 2018. Nel 2019 abbiamo avuto quasi 30.000 visitatori! Durante il covid, il museo era accessibile solo su richiesta. Questo mi ha permesso di lavorare alla catalogazione dei pezzi archeologici del museo, un lavoro iniziato in 2009, e che ora comprende più di 22.000 record digitali! Oggi, mi occupo della biglietteria e delle visite, ma continuo anche a formarmi e studiare per ampliare sempre più le mie conoscenze in questo campo.

Dima al lavoro sull’inventario degli oggetti. © TSM

Quali tipologie di visitatori arrivano al museo?

I visitatori provengono da tutto il mondo e professano diverse religioni: islam, ebraismo, induismo, buddismo… La loro visita è segno di apertura mentale e dell’attrattività dell’identità cristiana. L’afflusso è cospicuo soprattutto durante il periodo pasquale e nei mesi estivi e autunnali. Tra le nazionalità più rappresentate troviamo gli italiani e gli americani, ma anche gli spagnoli e i portoghesi, seguiti dai francesi, dagli israeliani e infine dai visitatori arabi, polacchi e russi (soprattutto provenienti da Tel Aviv e Haifa). Ci aspettiamo nuovo pubblico dall’Europa centrale, ora che il multimedia è stato tradotto anche in tedesco. Quando arrivano al museo, mi rendo conto che, la maggior parte di loro, è in cerca di qualcosa, e li vedo commuoversi durante il cammino sulle orme di Gesù… Alcuni pellegrini mi hanno detto che il loro sogno più grande era quello di venire in questa terra. A volte mi affidano anche delle intenzioni di preghiera! Accogliamo anche molti atei che, durante la visita, finiscono per piangere!

Le collezioni archeologiche del Terra Sancta Museum comprendono oltre 40.000 oggetti dall’età del bronzo (III millennio a.C.) al periodo mamelucco (XVI secolo).

 

Quali degli oggetti mostrati sono di particolare interesse per te?

Questo museo ha un’identità cristiana significativa. Si pensi ad un unguentario (vaso per profumi) che ricorda l’episodio dell’unzione di Betania, vicino al Monte degli Ulivi, dove la donna peccatrice unse i piedi di Gesù con un profumo (Giovanni 12, 1-3).

Unguentario in alabastro del periodo greco-romano © TSM / Giuliano Mami.

 

Oppure alla collezione di numismatica antica comprendente il famoso denaro citato da Gesù: il cristiano deve dare a Dio ciò che è di Dio e non a Cesare ciò che è di Dio (Giovanni 20, 24-26).

Moneta riconoscibile come denario dell’imperatore Augusto (27 a.C – 14 d.C.) con iscrizione : CAESARAVGVST[..]DIVIFPATERPATRIAE “Cæsar Augustus Divi Filius Pater Patriae” © TSM.
“La luce di Cristo illumina tutti gli uomini” è la formula più comune delle lampade bizantine di Terra Santa. © TSM

Il Terra Sancta Museum possiede anche una delle più ricche collezioni di lucerne bizantine provenienti dalla Terra Santa (IV-XI secolo)! Di varie tipologie, spesso decorate con motivi a croce, queste lampade per uso domestico o liturgico sono testimonianze di fede che hanno un’importanza particolare per me.

 

Che cosa significa per te il museo?

Questo museo ha un’identità cristiana significativa per me. Il Terra Sancta Museum è una splendida iniziativa che utilizza l’autentica scienza archeologica per presentare le origini della storia cristiana universale. Infatti, un oggetto su due, cioè 20.000 dei 40.000 reperti conservati, è di cultura cristiana.Ho imparato ad adattare il mio discorso per far dialogare il Vangelo e le opere con i diversi tipi di pubblico. Con i bambini, ad esempio, utilizzo storie, parabole o versetti della Bibbia per aiutarli a comprendere meglio i manufatti archeologici originali. Per i visitatori più esperti, presento anche il lungo lavoro che gli archeologi francescani hanno fatto e continuano a fare per far conoscere meglio i santuari.

Libro degli ospiti con dediche e firme di visitatori di ogni provenienza © TSM / Henri de Mégille.

 

Cosa pensi dell’espansione del museo?

Con il completamento del museo, con la sala del Santo Sepolcro e Nazareth, intendo continuare ad ampliare le mie competenze per poter guidare al meglio i visitatori anche in queste nuove sale. Con meno dell’1% di popolazione cristiana in questo Paese, il museo è come un “miracolo” per noi: i risultati delle presenze sono una speranza per chi vuole difendere e diffondere la fede cristiana in Terra Santa. Chi è rimasto qui, nonostante la guerra e la mancanza di lavoro, deve trasmettere il messaggio cristiano in tutto il mondo. Sono molto grata alla Custodia di Terra Santa per questo incarico, che per me è una vocazione! Sono grata per il grande lavoro dei francescani e in particolare di Fra Eugenio Alliata ofm e Fra Stéphane Milovitch ofm, direttore dei beni culturali, per dare valore a questi oggetti preziosi per la Terra Santa.

 

Traduzione dal francese a cura di Ilaria Turati.

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