25 Gennaio 2023

La conversione di San Paolo di Friedrich Pacher: il Tirolo nel museo

di BLANDINE PAILLART

Il 25 gennaio si celebra la festa della conversione di San Paolo. Il Terra Sancta Museum possiede un dipinto raffigurante proprio questo episodio, che verrà esposto tra le opere del museo. Scopriamolo.

La “Conversione di San Paolo” faceva parte di una pala d’altare formata da sette pannelli (in origine otto, ma l’ultimo è andato perduto). Questa tipologia di pala d’altare esiste da molto tempo ma si è sviluppata ampiamente durante il Medioevo periodo nel quale si passa dall’utilizzo di un singolo pannello, più o meno riccamente decorato, a più pannelli legati da un filo conduttore, ovvero un polittico; questo ultimo tipo di pittura si è diffuso in Europa nel XV secolo, in particolare nelle Fiandre, nei paesi germanici, in Francia e in Spagna.

Originariamente, questa pala d’altare si trovava nella Cappella dei Santi Pietro e Paolo consacrata nel 1476 nel Sud Tirolo, in particolare a Sterling, in Vipiteno, oggi territorio italiano. Essa fu rimossa nel 1744, quando la cappella fu ricostruita in stile barocco ed in sostituzione è stata aggiunta una lapide commemorativa del dono ricevuto. Il professor Johann Nepomuk Sepp acquistò le sette tavole e le donò, nel 1861, alla cappella francescana di San Pietro a Tiberiade, segnando così il loro ingresso nelle collezioni della Custodia (Le storie dei santi Pietro e Paolo, M. Piccirillo). I dipinti furono poi trasferiti a Gerusalemme intorno al 1930, dove vennero esposti nel museo dello Studium Biblicum Franciscanum, che nel 2018 è diventato il Terra Sancta Museum, sezione archeologica.

DIPINTI VISIBILI SOLO NEI GIORNI DI FESTA

Risalenti seconda metà del XV secolo, questi pannelli rappresentano scene provenienti da episodi della vita di San Pietro e San Paolo. Tra questi: San Pietro che cammina sulle acque, la conversione di San Paolo, la sua guarigione da parte di Anania, la liberazione di San Pietro, il martirio suo e di San Paolo. Un ultimo pannello raffigura l’incontro tra San Pietro e San Paolo, non citato negli Atti degli Apostoli, ma tratto dalla Legenda Aurea. Questo libro, scritto nel XIII secolo da Giacomo da Varazze, arcivescovo di Genova, racconta la vita di circa 150 santi e alcuni eventi della vita di Cristo e della Vergine Maria. Spesso, gli artisti del Medioevo, utilizzavano questo testo come ispirazione per rappresentare episodi del vissuto dei Santi. Una copia del XV di questo libro sarà esposta nella futura parte storica del Terra Sancta Museum, nella sala dedicata a San Francesco d’Assisi e alla Terra Santa.

Tre di questi pannelli hanno uno sfondo dipinto, mentre gli altri quattro hanno uno sfondo dorato. Questi ultimi erano visibili solo quando la pala d’altare era aperta, il che avveniva solo durante le feste.

La tavola (126 x 107 cm) che qui ci interessa raffigura Saulo (poi San Paolo) che cade da cavallo mentre si reca a Damasco per perseguitare i cristiani (Atti degli Apostoli, 9, 1-8). L’uomo, che diventerà l’apostolo delle nazioni, è raffigurato circondato dai suoi compagni di viaggio mentre viene colpito dai raggi di luce emanati da Cristo che emerge dal cielo. Tutti i personaggi indossano abiti anacronistici rispetto all’epoca in cui si svolge la scena. Uno dei compagni del santo, ad esempio, indossa un’armatura a piastre tipica più del Medioevo che dei primi secoli. Il dipinto è composto su una diagonale in cui sono posti i due protagonisti, Cristo e San Paolo, enfatizzata dai raggi di luce. L’azione principale viene così messa in primo piano. Le parole che Cristo pronuncia sono scritte in latino su un cartiglio che si dispiega nel cielo: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro recalcitrare contro il pungolo” (Atti 26:14). Il convertito risponde: “O Signore, cosa vuoi che faccia?

DA UN PACHER ALL’ALTRO

L’autore di questa serie di dipinti è Friedrich Pacher (Novacella, 1440-1508), anche se le opere sono state a lungo attribuite a Michael Pacher, a causa della grande somiglianza del loro stile pittorico, derivante dal fatto che il primo era membro della bottega del secondo. Era stato il professor Johann Nepomuk Sepp ad attribuite questi pannelli a Michael Pacher, e, solo recentemente, lo studio stilistico di questi dipinti ha permesso di determinare definitivamente l’autore.

Michael Pacher “Sant’Agostino e il diavolo”, verso 1475 Alte pinakothek, Munich

Michael Pacher fu una figura centrale per l’arte altoatesina della seconda metà del XV secolo. Nelle sue opere combina le tendenze nordiche e italiane dell’epoca con le tradizioni locali, già segnate da influenze fiamminghe. Friedrich Pacher, che viveva a Brunico (Bruneck in tedesco), seguì le orme del suo maestro, rifacendosi in particolare alla pittura nord-italiana del Mantegna, ma anche all’opera grafica del “Maestro E.S.” della Renania, sviluppando però uno stile molto personale, che si avvicina sempre più alla pittura ferrarese di Cosmé Tura, caratterizzata a un’estetica piena di pathos. Si può anche notare una certa tendenza alla suddivisione grafica delle forme e alla deformazione caricaturale di volti e gesti.

Andrea Mantegna “San Sebastiano”, verso 1480, Musée du Louvre, Paris.
Maestro E. S “Uomo delle dolori con quatro angeli e gli strumenti della Passione”, verso 1460, Kupferstich-Kabinett, Dresde.

L’IMPORTANZA DELLA SCUOLA TIROLESE PER IL MONDO TEDESCO

In questa serie di dipinti emergono le caratteristiche nordiche dello stile dell’autore, come il gusto grafico, le figure contorte, i volti dai tratti disegnati ed espressivi, i movimenti agitati e nervosi resi da chiaroscuri molto contrastanti. Per questo motivo questa serie di tavole è una testimonianza dell’importanza della scuola tirolese per il mondo tedesco del XV secolo.

Questa serie di pannelli è una delle poche opere dipinte che verranno incluse nel Terra Sancta Museum, insieme ai ritratti dell’imperatore Carlo VI, Filippo V di Borbone, Carlo III di Borbone, Alfonso XIII di Borbone, Filippo II d’Asburgo, Papa Clemente XIII, Padre Francesco Quaresmi da Lodi, e alle raffigurazioni di San Francesco che riceve le stimmate, dell’Ultima Cena, dell’adorazione dei pastori e dei Magi e dell’agonia di Gesù nell’orto del Getsemani.

A rendere ancor più sorprendente il dipinto è il fatto che possa essere ammirato nel suo insieme, dal momento che tutti i sette pannelli di Friedrich Pacher saranno esposti come transizione tra le due sezioni del museo, archeologica (dal periodo erodiano attraverso il Nuovo Testamento fino alle prime esperienze di monachesimo) e storica (1217, arrivo dei francescani fino ai giorni nostri).

Vi aspettiamo all’apertura del museo con la promessa che, giorno festivo o meno, i Pachers saranno in mostra per tutti!

Cosmè Tura, “Pietà” verso 1460, Museo Correr, Venezia.

[Lo sapete ?] I francescani sono i custodi del memoriale della conversione di San Paolo, situato vicino a Damasco, in Siria. I frati hanno la missione di custodire i santuari, cioè i luoghi dove hanno vissuto Gesù e i suoi apostoli. Questi santuari si trovano in Palestina, Israele, ma anche in Giordania e Siria. Nel 2008 è stata inaugurata in questo luogo una nuova cappella che ricorda il luogo della conversione di San Paolo e che presenta numerose opere che evocano questo episodio biblico.

© Marie-Armelle Beaulieu/CTS
Condividi
email whatsapp telegram facebook twitter versione stampabile