18 Aprile 2019

Funerali di Cristo: i tesori del Venerdì Santo

Oggi, la Passione e la Morte di Gesù Cristo sono celebrate e commemorate nelle chiese di tutto il mondo. Nel luogo storico di questi eventi, il Santo Sepolcro, si svolge una cerimonia unica nel suo genere: i Funerali di Cristo. Uno dei momenti più intensi del triduo pasquale di Gerusalemme, che i francescani di Terra Santa hanno rianimato per secoli con oggetti liturgici eccezionali.

Il Venerdì Santo a Gerusalemme riunisce migliaia di pellegrini da tutto il mondo. Sul Calvario si celebra la Passione del Signore e la Via Crucis nelle strade della Città Vecchia. La sera, nel cuore del Santo Sepolcro, i funerali di Cristo si svolgono secondo un’usanza antica attestata fin dall’inizio della presenza francescana a Gerusalemme e la cui forma non è cambiata dal 1750.

La processione funebre inizia nella cappella dell’Apparizione di Cristo a sua Madre, scandita dalla lettura del Vangelo. Dopo un momento di preghiera silenziosa, la voce dei Francescani aumenterà gradualmente nel buio del Santo Sepolcro cantando le parole del Salmo 51 (50): ” Miserere mei, Deus’ – pietà di me Dio”. La processione dei fedeli conduce lentamente verso il Calvario il crocifisso a cui è stata inchiodata una statua di Cristo. Il Custode di Terra Santa presiede la liturgia ed accoglie gravemente il Cristo insanguinato.

Solo il fruscio degli abiti dei celebranti, di velluto nero ricamati con oro e argento e decorati con gli strumenti della Passione, spezza il silenzio della crocifissione, punto culminante della liturgia. Un sontuoso set realizzato a Valencia appositamente per il Santo Sepolcro duecento anni fa.

Durante la processione, il Custode pone simbolicamente sulle spalle dei nove sacerdoti che leggono il Vangelo le pesanti stole nere recentemente restaurate dalle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento che vivono nella Grotta del Latte di Betlemme. Una cura particolare è stata riservata oggi nella scelta degli ornamenti, così da esprimere con infinito rispetto la gratitudine del fedele al Creatore per l’adempimento del sacrificio di suo Figlio.

Quando l’effige di Cristo arriva al Calvario, due diaconi si spogliano delle loro dalmatiche, e con le tenaglie tolgono la corona di spine a Gesù e con un martello rimuovono i chiodi dalle mani e dai piedi, ad immagine di Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Poi li depositano su quattro vassoi offerti da Carlo II d’Asburgo, re di Spagna. Il tonfo del martellare la croce riecheggia sul Golgota, ammassato di fedeli e pellegrini in silenzio.

Avvolto in un sudario, il Cristo morto viene quindi portato alla Pietra dell’Unzione. In quel momento, il Custode di Terra Santa si inginocchia e unge delicatamente il suo corpo dopo aver rimosso il piviale. I profumi vengono versati sul corpo di Cristo con un aspersorio di filigrana d’argento e due recipienti d’argento contenenti l’incenso e offerti dall’imperatore Leopoldo d’Asburgo e Mikołaj Zebrzydowski, voivoda di Cracovia nel XVII secolo.

Cristo viene quindi portato all’Edicola e posto sulla pietra della tomab, in attesa del Sabato Santo e della proclamazione, nel cuore del Santo Sepolcro, della Resurrezione e della vittoria della vita sulla morte.


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