16 Maggio 2018

La Pianeta dell’Immacolata, un’esclusiva dal primo volume dei Cataloghi del Terra Sancta Museum

di CORRADO SCARDIGNO

In occasione del mese mariano, proponiamo in anteprima la scheda di un prezioso paramento del XVII secolo che farà parte del primo volume dei Cataloghi del Terra Sancta Museum. «L’idea del Catalogo – spiega Fr. Stéphane Milovitch (Direttore dei Beni Culturali della Custodia di TS) è nata gradualmente a partire dallo studio dei parati esposti nella mostra tenutasi al castello di Versailles “Il Tesoro del Santo Sepolcro” nel 2013 e di quelli che restavano inediti. Vista la quantità e la qualità degli oggetti, si è pensato di finalizzare tale studio alla pubblicazione di un Catalogo dei Paramenti della Custodia».

Il volume sarà a cura di Maria Pia Pettinau Vescina, studiosa di antichi tessuti, presenta anche un contributo di Danièle Dénise-Veron, studiosa di ricami liturgici e profani, sui parati ricamati già esposti a Versailles e un altro contributo dello stesso padre Milovitch su tradizione e continuità nell’ uso dei paramenti sacri in Terra Santa. La campagna fotografica è stata condotta da Alfonso Bussolin, Giuliano Mami e Nadim Asfour (CTS).

La scheda del paramento che presentiamo in anteprima concerne la “PIANETA DELL’IMMACOLATA”, nella redazione della curatrice Danièle Véron-Denise.

La veste liturgica (H 128 cm.; L 72,5 cm.), databile alla fine del XVII secolo, proviene dalla Francia ed è realizzata in taffetas moiré di colore bianco, ricamato in oro e argento filati a punto steso con e senza imbottiture e in sete policrome nei punti raso, filza e nodini. Per affinità stilistiche risulta registrata insieme a un velo da calice in alcuni inventari del convento di San Salvatore di Gerusalemme tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento. La croce della pianeta accoglie in un tondo, all’incrocio dei bracci, la luminosa figura dell’Immacolata, tratta come suggerisce Danièle Véron-Denise, da un’incisione di François de Poilly (Abbeville 1623-Parigi 1693). Sulla veste sacra l’immagine sembra compendiare la devozione mariana dei francescani e dei francesi. Luigi XIII aveva, infatti, eletto la Vergine a protettrice della Francia nel 1683, alla nascita del figlio futuro Luigi XIV. Ma l’inserimento di trofei e bandiere ai piedi dell’Immacolata rinvierebbe più verosimilmente, a parere di Jacques Charles-Gaffiot, a una vittoria delle armate di Luigi XIV su truppe nemiche. Lo studioso vedrebbe un’allusione a François-Henri de Montmorency, Maresciallo di Luxemburg (1628-1695) noto con l’appellativo di “tappezziere di Notre Dame”, il quale dopo le sue tre grandi vittorie sul principe Guglielmo III di Orange inviò numerosi stendardi dei nemici da appendere alla volta del coro della cattedrale parigina.

Appare quindi comprensibile che la Vergine, patrona di Francia, invocata per un felice esito delle battaglie, possa essere stata rappresentata con le bandiere di un’armata nemica, protestante, ai suoi piedi. Tutta l’ornamentazione per il valore simbolico, artistico ed esecutivo, è un inno alla Vergine. Il carico dei filati d’oro e d’argento si smaterializza, quasi assorbito da tulipani, rosacee e corolle a più petali che accendono di rosso i girali acantiformi delle fasce laterali e i decori di croce e colonna, emergenti su fondi in argento filato. Se il fiore è vanitas in tante interpretazioni della pittura coeva, qui, insieme all’acanto, è simbolo di rinascita e il suo colore rimanda attraverso la Vergine, al sangue versato da Cristo e alla salvezza. A ribadirlo è ancora l’acanto che a piccole foglie completa a rilievo l’ornato della bordura perimetrale.

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Come si evince dalla scheda, il catalogo mostrerà un “tesoro” rimasto in gran parte e per troppo tempo nascosto e sconosciuto, ma ben custodito nelle ampie cassettiere delle sacrestie dei conventi francescani. Emergeranno aspetti che, come spiega la curatrice, «saranno particolarmente utili ai frati della stessa Custodia per una maggiore consapevolezza di quanto si è conservato delle preziose donazioni tessili pervenute in dono dall’Europa nel corso dei secoli ma anche di quanto è andato, purtroppo, irrimediabilmente perduto, non per incuria ma per molteplici cause».

Le schede redatte seguiranno un ordine cronologico in base alla data di arrivo, documentata o presunta, dei paramenti liturgici lungo un arco di tempo che va dal XVI al XX secolo. Con metodologia scientifica si evidenzieranno gli aspetti storico-stilistici, simbolici e tecnici dei reperti, le varie iscrizioni e gli stemmi rilevati, messi in relazione, ove possibile, con informazioni desunte dalle carte di archivio. Fondamentale nella ricerca si è rivelato infatti l’utilizzo di preziosi documenti, in particolare i cosiddetti Registri delle Condotte e gli inventari delle sacrestie, che da un lato hanno supportato ipotesi attributive, dall’altro hanno restituito la storia viva dei parati, quella della loro provenienza devozionale e della loro funzione liturgica, quella della loro cura costante da parte dei Francescani. Tanti gli elementi che, come preziosi fili, tessono più contesti storici diventando trama e ordito dei rapporti delle grandi potenze europee con la Terra Santa. Utili al lettore saranno i glossari riguardanti tipologia, uso e funzione dei paramenti sacri, simbologia dei colori liturgici, definizioni di materiali e tecniche dei tessuti.

Il progetto editoriale della nuova collana edita da ETS per il Terra Sancta Museum prevede per il futuro l’intera pubblicazione dei preziosi oggetti della Custodia di Terra attraverso singoli volumi monografici su: Oreficeria, Madreperla, Miniature dei corali conservati presso la Biblioteca Generale della Custodia, Quadri.

La collana sarà anche anticipata a settembre da un Volumenumero zero”, a cura di Sara Cibin, che con una selezione di pezzi (50 della Collezione Archeologica e 50 della Collezione Storica) servirà da anteprima e come presentazione delle opere di maggior valore del Museo.

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