21 Gennaio 2020

Trame perdute da ricostruire: la ricerca sul patrimonio artistico della Custodia di Terra Santa

di ELEONORA MUSICCO

Non si può aprire un museo senza conoscerne prima il patrimonio. Questa consapevolezza ha sempre accompagnato il Terra Sancta Museum, sia per quanto riguarda la sezione archeologica dello SBF, da sempre dedito allo studio dell’archeologia biblica confluito in numerose pubblicazioni, sia per la futura sezione storica, il cui progetto è più recente.

Ultimamente è stato pubblicato da Edizioni Terra Santa il grande catalogo che presenta i migliori paramenti liturgici della Custodia, frutto di un intenso lavoro durato due anni e portato a termine dalle studiose Maria Pia Pettinau Vescina e Daniéle Veron Denise. Inoltre, al momento, storici dell’arte provenienti da tutta Europa e coordinati da Michele Bimbenet-Privat, curatrice del Museo del Louvre, stanno studiando le opere di oreficeria più importanti custodite nei conventi di tutta la Terra Santa. Questi studi saranno raccolti in un secondo catalogo che verrà pubblicato nel 2021.

Oggi però vi portiamo  dietro le quinte della preparazione del Terra Sancta Museum, raccontandovi del minuzioso lavoro che una collaboratrice dell’Ufficio dei Beni Culturali sta portando avanti: Claire, studentessa al primo anno del master in Storia dell’arte all’École du Louvre di Parigi, si sta infatti occupando di ricercare bibliografia e documentazione sugli oggetti che appartengono alle collezioni storiche della Custodia di Terra Sancta.

Ho lavorato molto partendo dalle mostre a cui in passato la Custodia partecipò prestando delle opere d’arte, perchè solitamente furono occasione per approfondire la conoscenza di un oggetto. Inoltre le mostre ci fanno capire come già anni fa la Custodia fosse consapevole dell’importanza artistica delle sue collezioni, tanto da volerle far conoscere” ci racconta Claire. Un esempio è stata la ricerca sull’ “Esposizione Generale Italiana”, avvenuta a Torino nel 1898, della quale si aveva una vaga memoria: “Sapevamo che era avvenuta una mostra, ma non che cosa la Custodia avesse prestato”. Durante l’indagine, è stato ritrovato un volumetto che illustrava ai visitatori le opere con soggetto francescano presenti all’esposizione. “Grazie ad esso sappiamo cosa venne esposto e in che modo venne presentato: ci dice molto della critica artistica del tempo!” ci spiega Claire. Le opere erano dodici grandi quadri di Paolo Gaedano, esponente del realismo storico italiano di fine 800. Dopo la mostra le tele vennero mandate a Gerusalemme e ora sono conservate presso la Custodia di Terra Santa. Il prossimo oggetto di studio per Claire sarà una mostra tenutasi a Roma negli anni 80 del ‘900 di cui si era completamente persa memoria.

Parallelamente Claire si dedica alla verifica della schede degli oggetti che sono stati già catalogati. “Controllo la collocazione attuale delle opere e lo stato di conservazione. In Francia è dovere dei musei fare questo lavoro ogni dieci anni, è possibile infatti che nel tempo le opere vengano spostate e se la movimentazione non è segnalata c’è il rischio di perdere le opere o di credere di averle perdute!”.

Le occasioni di approfondimento dunque non mancano affatto, e per una giovane studiosa l’opportunità è preziosa: “Questo lavoro è molto interessante! Imparo tanto sul patrimonio e ho un vero contatto con le opere d’arte. E’ come ricostruire la trama di una storia misteriosa di cui l’opera d’arte è protagonista!”.

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