16 Agosto 2023

Una scoperta importante per l’arte del madreperla palestinese

di LUCIE MOTTET

Preparare mostre è sempre un’ occasione per scoprire o riscoprire qualcosa. Qualche ora prima del vernissage «Memories of Saint-Saviour: convent, parish, museum», mentre tutta la squadra del museo era a lavoro, l’esperto George Al’ Alma si ferma, stupefatto, di fronte a un grande quadro a sfondo rosso.

«Dove lo avete trovato?» chiede alla sua squadra lo specialista d’arte palestinese e membro del comitato scientifico, indicando dei bozzetti accuratamente disposti dietro un vetro. “Negli Archivi della Custodia e ci sono almeno due fascicoli pieni” gli rispondono gli altri membri dell’équipe. Da quel momento non c’è più tregua per il collezionista; un appuntamento è fissato per la settimana successiva: deve aprire quei fascicoli.

Qualche giorno più tardi vengono fuori decine di disegni intagliati su carta o cartone. Questi, che possono essere qualificati come modelli, servivano come guida per gli artigiani di Betlemme mentre scolpivano le loro opere sulla madreperla. Uno ad uno, i disegni preparatori vengono sistemati su un grande tavolo, suscitando la meraviglia dell’esperto. Pazientemente, George Al’ Alma e una volontaria si adoperano per ricomporre gli insiemi e sistemarli.

«Tutti questi bozzati provengono dalla bottega di Suleiman Roc, uno dei migliori artigiani per la lavorazione della madreperla», analizza immediatamente George, riconoscendo anche un «marchio di fabbrica» poiché sul disegno non c’è nessun nome o firma. «Di contro, impossibile riconoscere quale membro della bottega ha creato questa o quella composizione».

Vengono anche scovati due quaderni: : uno con disegni ad inchiostro, rimarcando uno stile senza dubbio appartenente a Suleiman Roc. George vi riconosce anche diverse opere; l’altro con illustrazioni a matita e colori a matita, databile certamente all’epoca dei suoi figli, Hana e Antonio. Infatti, il nome Hana appare in una o due riprese sulle pagine del quaderno. La lavorazione del madreperla si trasmetteva, difatti, di padre in figlio. 

Cannoni d’altare, conchiglie, croci, reliquiari e piccole acquasantiere i disegni con diversi stili sono ricavati da vecchie carte postali o necrologi. Se le differenze di epoca sono percettibili, la datazione precisa di questi disegni richiede un lavoro importante che entusiasma già la squadra dei Beni culturali. 

Questa riscoperta è stata resa possibile grazie al lungo lavoro dei frati Sergey Loktionov e Narcyz Klimas, archivisti della Custodia di Terra Santa ma anche grazie a Tiziana Nandesi che ha realizzato il quarto tomo del catalogo degli Archivi della Custodia. Ciò ha permesso di individuare questi numerosi documenti e di rimettere in luce questi fascicoli consegnati da fr. Jad Sara agli Archivi a seguito del trasloco del magazzino dei frati, nel 2013. Questa risorsa è ancora da scoprire e ci dovrebbe informare meglio sulle relazioni tra gli artigiani della madreperla e i francescani di Terra Santa. Andrà anche ad arricchire il catalogo attuale sulla madreperla, rendendo più chiaro il modo in cui funzionavano le botteghe di lavorazione della madreperla nel XIX e XX secolo. 

(Traduzione dal francese a cura di Noemi Lomonte)

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